
La divisione tra gli atenei ed il sistematico attacco all’università pubblica attuato dai principali mass-media, finalizzato ad una sua definitiva delegittimazione, hanno reso l’università nel suo insieme un interlocutore debole e poco credibile. A questa situazione si deve rispondere mettendo al centro l’investimento nella cultura, nel sapere e nella scienza, il cui sviluppo e trasmissione sono la principale missione del sistema universitario. La qualità di un paese si misura dalla qualità del suo sistema universitario. L’università non è una azienda, è molto di più: è una infrastruttura materiale ed immateriale fondamentale per la crescita di un paese e della società. L’università, per sua natura, deve anticipare i processi e le dinamiche sociali ed economiche, fornendo soluzioni e preparando per mestieri e tecnologie che ancora non esistono! Dobbiamo immaginare il futuro e preparare i nostri studenti a saperlo affrontare con tutti gli strumenti che il progresso scientifico, culturale e tecnologico ci fornisce, in un nuovo umanesimo fatto di trasversalità e specializzazione. Questo è tanto più evidente ora, in un momento di crisi e di ricambio profondo del modello industriale e socio-economico del Paese. Non è l’industria esistente che potrà farci uscire da sola dalla crisi ma l’industria che i nostri studenti ed i nostri giovani ricercatori sapranno immaginare, creare e popolare. Si tratta di una impostazione del tutto trasversale alle discipline delle scienze dure, delle scienze della vita e delle scienze umane e sociali, fondamentale per affrontare le sfide che un mondo in continua evoluzione pone.