Diario del Corso di Didattica dell'Analisi per la Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario -
Università della Basilicata

Il minicorso di Didattica dell'Analisi Matematica è il primo dei due sottomoduli che costituiscono il corso di Didattica della Matematica II per la Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario presso l'Università della Basilicata. In questo ciclo di lezioni, intendo esaminare alcune situazioni didattiche che si presentano nell'insegnamento di argomenti di analisi matematica nella Scuola Media Superiore. Intendo anche proporre l'introduzione precoce ed informale di strumenti propri dell'Analisi, già nei primissimi anni di corso: in questo modo, è possibile semplificare anche di molto la risoluzione di problemi che spesso gli studenti trovano ostici, senza una perdita significativa di rigore matematico. Verso la conclusione del corso, intendo anche discutere l'uso di strumenti informatici e multimediali nell'insegnamento dell'analisi e, più in generale, nella divulgazione della matematica.


Ecco un breve elenco cronologico degli argomenti toccati durante le lezioni:
  • 15 gennaio 2002 (2 ore) Risoluzione di una disequazione usando il teorema di esistenza degli zeri: come noto, le disequazioni sono la "bestia nera" della maggior parte degli studenti della scuola media superiore. Conoscendo un po' di analisi, la risoluzione di una disequazione di uno qualunque dei tipi che si incontrano solitamente nella scuola secondaria, si riduce però alla determinazione dell'insieme di continuità della funzione corrispondente, alla ricerca dei suoi zeri, ed a testarne il segno in un numero finito di punti. Osservo che questo metodo di risoluzione delle disequazioni può essere reso "plausibile" anche senza introdurre in modo formale i numeri reali ed il concetto di continuità.
    Abbiamo anche la possibilità di avvicinarci quanto vogliamo ad una dimostrazione rigorosa: proposta di una definizione informale di continiutà, raggiunta per approssimazioni successive a partire dall'idea di "grafico senza buchi". A partire da questa definizione informale, faccio vedere come si possano dimostrare i teoremi sulla continuità di somma, prodotto e rapporto di funzioni continue. Da questo, e dal fatto quasi tautologico che la funzione identica f(x)=x è continua, otteniamo che le funzioni razionali sono continue al di fuori dai punti dove si annulla il denominatore.
  • 16 gennaio 2002 (3 ore) Dimostrazione per bisezione del teorema di esistenza degli zeri: partiamo da un semplice algoritmo per determinare in modo approssimato un punto dove si annulla la nostra funzione, ed arriviamo ad un risultato di esistenza. Ruolo della completezza della retta reale: come rendere plausibile la convergenza di una successione monotona senza parlare di assioma di Dedekind o di estremo superiore.
    Breve critica del modo in cui si introducono solitamente i numeri reali nella scuola secondaria: si usa osservare che i razionali non bastano perché la radice di 2 non è razionale, e se ne deduce la necessità di un qualche assioma di completezza. Raramente, però, ci si pone il problema di vedere se nel nuovo insieme numerico la radice quadrata esista!
    Osserviamo che, invece, il teorema di esistenza degli zeri ci "regala" immediatamente l'esistenza non solo delle radici, ma anche delle inverse delle funzioni trascendenti elementari (a patto che se ne sia dedotta la continuità)...
  • 22 gennaio 2002 (2 ore) Discussione sugli argomenti introdotti la scorsa settimana: gli specializzandi che seguono il corso si sono triplicati rispetto alla scorsa settimana grazie ad un piccolo disguido con l'orario: questo ci impone un riepilogo delle precedenti discussioni. Ne approfitto per suggerire come utilizzare alcune delle idee legate alla continuità nella didattica del primo biennio della scuola superiore.
  • 23 gennaio 2002 (3 ore) Introduzione informale ai concetti di "pendenza di un grafico" ed allo studio del grafico di semplici funzioni: osserviamo come il concetto di "velocità media", ed anche quello di "pendenza media" di un grafico, siano vicini all'esperienza quotidiana (si pensi ai cartelli di pericolo che accompagnano una strada in ripida discesa!). Da questo ai concetti (informali) di velocità istantanea e di "pendenza del grafico in un punto", il passo è breve (si veda anche la simulazione java in queste pagine). Mostro come, anche in assenza di ogni formalizzazione del concetto di limite, lo studio di semplici funzioni e la risoluzione di semplici problemi di massimo e minimo sia un obiettivo raggiungibile. Questo apre un'interessante discussione con gli specializzandi: l'introduzione precoce e non codificata di strumenti analitici non rischia forse di nascondere le difficoltà e di "illudere" quegli studenti che seguiranno poi corsi di livello universitario? La mia opinione è che questo pericolo sia tutto sommato limitato, e possa essere ulteriormente ridotto grazie alla periodica ripresa ed al costante affinamento delle idee apprese... Concludo la lezione parlando di un paio di maniere equivalenti di introdurre il concetto di retta tangente: essa può essere vista anche come limite di ingrandimenti del grafico, o come la "retta di migliore approssimazione" nel senso del teorema di Taylor con resto di Peano. Vediamo anche come si possa introdurre in modo elementare il concetto di convessità di una funzione.
  • 29 gennaio 2002 (2 ore) Introduzione alle equazioni differenziali ordinarie: elenchiamo alcune semplici equazioni differenziali del primo ordine che sorgono da problemi "reali": decadimento radioattivo, interesse composto, riproduzione di una colonia di batteri (malthusiana e con correzione logistica). Interpretazione geometrica di un'equazione differenziale come "campo di direzioni nel piano xt", e delle sue soluzioni come curve ovunque tangenti a tale campo (si veda anche una simulazione interattiva on-line. Richiamo del teorema di esistenza e unicità locale per il problema di Cauchy x'(t)=f(t,x(t)), x(t_0)=x_0 quando la funzione a secondo membro dell'equazione sia continua e con derivata parziale rispetto a x continua. Richiamo del teorema di esistenza locale di Peano, valido quando la funzione f(t,x) sia solo continua. Cenni su una dimostrazione che usa le spezzate di Eulero ed il teorema di Ascoli-Arzelà (vedi anche la dispensina presente in queste pagine). Equazioni lineari del primo ordine ed a variabili separabili: tecnica di soluzione.
  • 30 gennaio 2002 (3 ore) Studio qualitativo delle soluzioni di semplici equazioni differenziali del primo ordine: semplici esempi che mostrano come il teorema di esistenza possa essere, in generale, solo locale, e come l'unicità venga a mancare se il secondo membro dell'equazione è solo continuo. Studio qualitativo delle soluzioni di un'equazione ordinaria del secondo ordine senza una sua soluzione esplicita. Discussione del caso particolarmente semplice ed istruttivo delle equazioni autonome. Equazioni lineari del secondo ordine: Seconda legge della dinamica ed equazione dell'oscillatore armonico, eventualmente smorzato e/o forzato. Estensione del risultato di esistenza e unicità ai sistemi di equazioni del primo ordine, e quindi al problema di Cauchy per equazioni del II ordine. Il caso delle equazioni lineari omogenee: mostriamo facilmente come, date due soluzioni che non siano multiple l'una dell'altra, si possano trovare tutte le altre come combinazione lineare di queste. Equazioni omogenee a coefficienti costanti: equazione caratteristica come "risultato" della ricerca di soluzioni del tipo x(t)=exp(kt), ricerca che ci viene suggerita da quanto troviamo per le equazioni del primo ordine. Caso di radici reali e distinte, e di radici reali e coincidenti. Caso di due radici complesse e coniugate: introduciamo l'esponenziale complesso (tramite la sua "brutale" definizione), e mostriamo che per esso valgono ancora le proprietà delle potenze. Animata discussione con gli specializzandi sulla "ragionevolezza" o meno dell'introduzione di questa entità matematica nel contesto della didattica della scuola media superiore.
  • 6 febbraio 2002 (3 ore) Equazioni lineari a coefficienti costanti non omogenee: struttura delle soluzioni. Metodo "degli annichilatori" per determinare una soluzione particolare nel caso di un termine noto che annulli un operatore lineare a coefficienti costanti. Esempio: oscillatore armonico forzato, con o senza smorzamento.
    Introduzione elementare al concetto di limite: come già osservato per la continuità, a mio avviso una definizione formalizzata di limite può essere posposta od anche omessa. Quel che serve è un'idea intuitiva, accompagnata dal teorema dei due carabinieri e dai risultati elementari sull'algebra dei limiti. Mostro come in questo modo si possano recuperare gran parte dei limiti fondamentali. Osservo come un "cambio di variabili" nel calcolo dei limiti vada condotto con una certa accortezza: possibili problemi nella valutazione del limite di una funzione composta. Giustificazione euristica del teorema di l'Hopital... e sua corretta enunciazione. Esempio dei rischi che si corrono quando si passa al limite "a rate" in un'espressione più o meno complicata...
    Per chi ritenga che sia comunque necessario somministrare subito ai discenti la definizione rigorosa di limite, segnalo un'animazione java da me realizzata che tenta di chiarirne visivamente il significato..
    Concludiamo con un piccolo risultato sfizioso: verifichiamo la proprietà dei valori intermedi per la derivata (anche discontinua) di una funzione su un intervallo.


    Presento qui alcune pagine interattive, contenenti semplici applicazioni java che possono contribuire ad introdurre in modo visivamente efficace alcune parti della teoria.


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